Rosario Bentivegna
nato nel 1922
Roma
18 Racconti
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Roma città non aperta
di/da Rosario Bentivegna | caricato 3911 giorni fa
Roma giuridicamente non è mai stata riconosciuta come città aperta. Né dagli alleati né tanto meno dai tedeschi che se lo fosse stata non avrebbero mai potuto fare i rastrellamenti del Ghetto, del Quadraro, dei militari, dei civili. E questo ha significato 53 bombardamenti dal 19 luglio 43 fino alla liberazione avvenuta il 4 giugno 44. Tra questi, il bombardamento dell’aeroporto di Centocelle che è stato raso al suolo insieme alle borgate circostanti.
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Un nuovo assetto a Centocelle
di/da Rosario Bentivegna | caricato 3911 giorni fa
Dopo i fatti di piazza dei Mirti e di Via dei Castani, a Centocelle si configurò un nuovo assetto: la polizia finì per chiedere forme di accordo e perfino ad insegnare a sparare ai giovani partigiani. La popolazione dava il più incondizionato appoggio. Sasà abitava, si fa per dire, dormivano sui tavoli, in una osteria a piazza dei Mirti dove la sera sia mangiava, e anche qui si fa pe dire. Ma la sera ci si vedeva tutti, con i fazzoletti rossi, ci si salutava col pugno chiuso… A Tor Pignattara la situazione era più tesa, c’erano le barricate e al quartiere si accedeva solo da via della Marranella e dall’Acqua Bullicante.
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L’insurrezione a Centocelle
di/da Rosario Bentivegna | caricato 3911 giorni fa
La Casilina era considerata la strada della guerra e aveva come complementare la Prenestina. Sasà va a conoscere Nino Franchillucci che era il comandante politico della zona e che era nascosto in una distilleria a Via Assisi. Fu così che Lupo, un compagno del Quadraro, prese contatto con i compagni di Centocelle per fare l’insurrezione. A Centocelle si stava preparando una manifestazione a piazza dei Mirti. Fu così che Sasà salì sul muretto di piazza dei Mirti, sicuro che dopo due tre slogan, si sarebbero avvicinati i tedeschi e la manifestazione sarebbe finita. Invece i tedeschi si defilarono dentro una bottiglieria e la manifestazione andò avanti. Qualcuno chiedeva come iscriversi all’esercito di liberazione, dove trovare le armi… E dilagò l’entusiasmo fino all’idea di andare al Quarticciolo a distruggere la sede del partito fascista repubblicano. La cosa si trasformo in uno scontro a fuoco, un fascista rimase ferito, l’altro colpito a morte.
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Le azioni
di/da Rosario Bentivegna | caricato 3911 giorni fa
Sasà racconta che sono state condotte azioni molto importanti a Roma che i tedeschi volevano far diventare uno snodo fondamentale per il fronte di Cassino contro l’esercito alleato e per essere città di svago. Le azioni causarono l’allargamento del coprifuoco, la proibizione dell’uso delle biciclette, visto che le prime azioni erano state fatte su due ruote. A Natale del 43 i tedeschi chiodini una tregua tramite un manifesto in cui si dichiarava la sospensione del coprifuoco e delle razzie a fronte di una sospensione degli attacchi. La cosa non fu accettata. Il 26 di dicembre Mario Fiorentini lancia uno spezzone davanti a Regina Coeli e fa saltare un camion di tedeschi, la notte del 31 Sasà e Carla Capponi fanno saltare il centralino telefonico della contraerea tedesca. Poi il 22 gennaio ad Anzio sbarcano gli alleati e si predispone l’insurrezione a Roma. Sasà viene mandato a Centocelle.
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I GAP
di/da Rosario Bentivegna | caricato 3911 giorni fa
Succedeva che ci fossero in ogni zona elementi più attivi e che avevano dato segno di affidabilità e sicurezza, anche fisicamente parlando, visto che bisognava correre, essere svelti nelle azioni. Queste persone furono i GAP. Prima furono costituiti i GAP centrali, poi quelli di zona. Tutto sempre senza conoscere i nomi veri ma solo quelli di battaglia.
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L’inizio
di/da Rosario Bentivegna | caricato 3911 giorni fa
Sasà era nelle organizzazioni antifasciste fin dal 38, quando stava ancora al liceo. Quando poi Roma venne occupata dai nazisti, Sasà nei GAP el centro cominciò a mettere in piedi squadre di intervento che facevano comizi volanti, trasporti di armi, distribuzione di volantini… C’erano vari depositi di armi: uno era a largo Goldoni, l’atro alla latteria ai Tre Scalini a Piazza Navona, un altro ancora da Giolitti vicino al Parlamento. Era già stato arrestato per i moti universitari del 41 e si era dato ad una semiclandestinità. Abitava in un reparto del Policlinico insieme ad altri politici nascosti. C’erano nascosti perfino dei fascisti che non aveva voluto aderire alla Repubblica Sociale. Si calcola che fra renitenti di leva, carabinieri, ebrei, politici, partigiani, sbandati… ci fossero almeno 300 mila persone nascoste.
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Tor Pignattara
di/da Rosario Bentivegna | caricato 3911 giorni fa
A Tor Pignattara c’era una situazione molto tesa. Intanto perché c’era Stampacchia che poi fu ucciso da Scifoni ma soprattutto per la posizione strategica: era l’inizio della Casilina da dove passavano i rifornimenti tedeschi diretti al fronte di Cassino. Sasà ha avuto il suo primo contatto proprio a Tor Pignattara con Nino Franchellucci, col quale ebbe per tutto il periodo contatti quasi quotidiani. Poi, a seguito dei tradimenti, tutti quelli che si sono salvati, vennero trasferiti altrove, non solo Sasà ma anche Pertini, Amendola, Salinari…
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Un tradimento
di/da Rosario Bentivegna | caricato 3911 giorni fa
Guglielmo Blasi, che era con Sasà a Via Rasella, finì per tradire e fece prendere quasi tutta l’organizzazione. Si salvarono Sasà, Carla Capponi, Mario Fiorentini e pochi altri. Si era fatto prendere mentre con documenti falsi e durante il coprifuoco, stava svaligiando un negozio. Per salvarsi la pelle promise di far prendere tutti gli atri perché conosceva l’appuntamento dei vertici dei GAP. Calamandrei che aveva dei documenti in tasca, chiese di andare in bagno per distruggerli e subito dopo si accorse che c’era una finestrella stretta. Lui era molto magri e riuscì a scappare e avvertire Sasà e gli altri del tradimento di Blasi. Sasà e Carla Capponi vennero trasferiti prima a Palestrina e poi in Jugoslavia.
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Chi erano i partigiani
di/da Rosario Bentivegna | caricato 3911 giorni fa
La Resistenza a Roma è stata organizzata fondamentalmente dai cittadini romani che hanno costruito una gigantesca rete di solidarietà verso tutti quelli che erano nascosti. Poi c’era il centro militare clandestino, il CLN dove c’erano le Brigate Garibaldine che erano quelle del Partito Comunista, le brigate Matteotti che erano del Partito Socialista, le brigate di Giustizia e Libertà che erano del Partito d’Azione, , le formazioni che non si riconoscevano come i Repubblicani e Bandiera Rossa le Brigate Bianche della Democrazia Cristiana, le Brigate Autonome del Partito Liberale. Accanto a tutto questo, all’interno di ogni formazione, c’erano i GAP, Gruppi di Azione Patriottica che erano tutti giovani a cui si davano gli incarichi militari più difficili e importanti. I GAP sono quelli che hanno organizzato l’evasione di Pertini e Saragat da Centocelle, la bomba (che non esplose) al Teatro Adriano a piazza Cavour, solo per dirne due. A Roma c’era una giunta militare i cui comandanti erano Riccardo Bauer, Giorgio Amendola e Sandro Pertini. Comandanti dei GAP erano Antonello Trombadori, Alfio Marchini, Carlo Salinari e Franco Calamandrei. E ognuno dei combattenti di punta coman...
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Dopo Via Rasella
di/da Rosario Bentivegna | caricato 3911 giorni fa
L’avviso ai partigiani di presentarsi non c’è stato, non è stata avvertita la popolazione tanto è vero che il Papa, accusato di non essersi prodigato per evitare l’eccidio delle Fosse Ardeatine, non potè fare nulla perché non ne sapeva nulla: questo dagli atti del processo contro Pio XII. Ma ancora più importante: sia Kesserling che Kappler, nei loro processi hanno dichiarato ci non aver fatto nessun avviso di presentazione. L’azione a Via Rasella era stata fatta alle 15,50 del 23 marzo, alle ore 14 del 24 marzo iniziano le fucilazioni alle Fosse Ardeatine che finiscono alle 20 e contemporaneamente la radio annunciò “la sentenza è stata eseguita”. I cittadini seppero tutto solo a mezzogiorno del 25 marzo dai giornali che, a causa del coprifuoco, uscivano in tarda mattinata.
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