Orazio Savarino

 
Orazio Savarino

nato nel 1922
AGIRA

6 Racconti

4.0 min
Con l’arrivo degli americani (gruppo dei canadesi) per Savarino e altri prigionieri si prospetta la possibilità di un vero ritorno a casa. Ricevono precise indicazioni e, divisi in scaglioni, cominciano a rimpatriare in Italia. Il viaggio di ritorno è di nuovo in treno: dura venti giorni, dal 01 al 18 settembre del 1945. Raggiunta l’Italia, fra stenti e paura, con mezzi di fortuna, riesce finalmente ad arrivare ad Agira e a riabbracciare i suoi cari.
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11.2 min
Tra un bombardamento e l’altro, la fuga di Savarino, con l’amico Gangi di Siracusa. Per evitare la sacca si nascondono in una buca, per quarant’otto ore, al buio e senza viveri, fino all’arrivo degli alleati americani.
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2.8 min
Per diverse notti bombardano i territori vicini al campo e per Savarino e altri suoi compagni si preannuncia il momento della fuga e della sopravvivenza in condizioni sempre più “estreme”.
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7.2 min
Giunti in Germania, i prigionieri vengono sistemati in un grande campo. Lì comincia una vita sempre più pesante, con le prime chiamate e i primi invii di prigionieri nelle fabbriche, come lavoratori. Savarino viene mandato in una fabbrica di gas, vicino l’Olanda. Le sue giornate le trascorre in mezzo alla polvere e allo sporco, con turni di lavoro massacranti. La sera, a piedi e in fila, fanno rientro nelle baracche, per trascorrervi la notte. Si dorme quando se ne ha la forza, pensando solo a riportare sana e integra la “pelle a casa”.
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6.5 min
L’antivigilia di Natale del 1943 Orazio Savarino e il suo gruppo sono trasferiti in Germania. Il viaggio dura diversi giorni, in mezzo ai boschi e alle montagne. Sono sistemati su tradotte, con carrozze di legno e senza scompartimenti. Ognuna di esse può contenere fino a 80 uomini. Si sta in piedi o per terra, ma sempre uno vicino all’altro, con tutte le difficoltà che ciò comporta.
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4.5 min
La chiamata alle armi per Orazio Savarino, classe 1922, provenienza: Agira, provincia di Enna, avviene il 21 gennaio 1942 e, nell’agosto di quello stesso anno, viene pure inviato in Grecia. Fino al giorno dell’armistizio, l’8 settembre 1943, con la promessa dissattesa di far ritorno in Italia e l’inizio della prigionia in mano dei tedeschi, in periodi diversi di “reclusione”: prima in Grecia e poi in Germania.
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