Carola Cohn

 
Carola Cohn

nato nel 1927
Roma

10 Racconti

7.6 min
Carola è partita nel maggio del 1948 ed è andata da lontani parenti che avevano fatto la richiesta di ricongiungimento. Non è andata bene, si aspettavano una ragazzina e l’hanno mandata via. Carola non si è persa d’animo, ha cercato lavoro e ha ritrovato un vecchio amico di Berlino di cui era innamorata quando era bambina e lui suonava col padre. Divorzio da Arnold, secondo matrimonio ma non è andata bene. Secondo divorzio. E poi finalmente, tramite una vecchia amica che era stata ad Therensien, Carola ha incontrato Tom, il grande amore della sua vita.
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10.4 min
Poiché il marito non lavorava, Carola si andò a cercare un lavoro: non è stato facile, molti non la volevano perché era tedesca. In generale i rapporti non furono mai facili. A Firenze Carlo e Arnold avevano conosciuto un amico che si era sempre reso disponibile ad accoglierli se le cose in Palestina non fossero andate bene. E così si organizzarono per tornare in Italia: non era facile uscire, ce l’hanno fatta solo con un certificato medico fasullo dove si dichiarava che Carola, in seguito alla deportazione, poteva essere curata solo a Salsomaggiore. Solo così poteva avere il visto di ingresso in Italia. In Italia, Carola ha lasciato Arnold, si è cercata un lavoro, ha tirato avanti fino a quando non è arrivata la risposta dell’affidavit per andare negli Stati Uniti, richiesta che avevano fatto insieme come coniugi.
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10.3 min
Tutto voleva fare Carola tranne che andare in Palestina ma il marito, Arnold, finì per subire il ricatto dei vecchi genitori che si erano salvati e solo avendo il figlio in Palestina, potevano essere richiamati. Nel frattempo Carola avere ritrovato la zia Phyllis che la cercava per adottarla ma essendo già sposata non era più possibile. Arrivarono in Palestina dove Carola è entrata come sposa di guerra. La grande scoperta arrivati a Tel Aviv fu che Arnold aveva avuto già una moglie. E che non era poi un buon marito: non lavorava, non si occupava della casa… Carola, che comunque non era mai stata innamorata, decise che alla prima occasione lo avrebbe lasciato.
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12.2 min
Erano libere ma non sapevano cosa fare, erano rimaste tagliate fuori dal mondo per anni. La libertà ha significato innanzi tutto la dissenteria come effetto del cibo a cui non erano più abituate. Quando è passata la dissenteria, Carola si è data da fare nei villaggi con gli scambi di sigarette cioccolato. Era ancora in Austria in campo profughi quando si presentò qualcuno della Agenzia Giudaica con la proposta di andare in Palestina dove, sembrava, avrebbe avuto il passaporto inglese. Di campo in campo Carola è arrivata a Bologna dove una sera due soldati ebrei dell’esercito inglese, invitarono a pranzo lei ed Helga, una polacca che era stata ad Auschwitz con Carola. Spiegarono che andando in Palestina non avrebbero avuto il passaporto inglese perché la Palestina ero solo protettorato ma che volevano aiutarle. Le tirarono fuori dal campo profughi di Modena, Helga finì per innamorarsi del suo salvatore mentre Carola era solo grata, il suo lui non gli piaceva. Ma era senza documenti, senza niente. Finì per accettare di sposarlo e si accorse che era di nuovo prigioniera, stavolta di un ebreo.
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18.5 min
A gennaio del 1945, poco prima che arrivassero i russi, Carola venne mandata a Mauthausen. Ricorda che era riuscita a vedere da una fessura del carro bestiame: scompariva il paesaggio grigio di Auschwitz e le fiamme dei forni, addirittura il paesaggio diventava bello: erano arrivati in Austria. Carola fu destinata ad un sottocampo dive si lavorava ad una fabbrica di cellulosa. E’ sopravvissuta al lavoro e alla fame perché, nel percorso dal campo alla fabbrica, mangiava l’erba che cresceva sul ciglio della strada; era vietato e per i trasgressori c’era l’impiccagione. Poi pian piano la disciplina cominciò a mancare e poi le SS sparirono e poi arrivarono gli americani.
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18.6 min
Carola è andata ad Auschwitz da sola. La madre e il fratello sono andati successivamente e solo nel 1949 Carola ha avuto notizie: erano stati eliminati. Carola ad Auschwitz è rimasta circa due mesi, sempre andando avanti e indietro fra Auschwitz e Birkenau. Ha superato molte selezioni. Non ha il numero tatuato perché ormai i tedeschi non sprecavano nemmeno inchiostro: si andava alla soluzione finale. Carola alla sua ultima selezione è stata mandata all’eliminazione, era già nuda, stava per entrare nella doccia e sapeva che era una camera a gas, quando un SS la tira via dicendo che era già la seconda volta. Probabilmente l’aveva scambiata per un’altra.
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10.7 min
Nel ghetto venne fatto un film di propaganda per dimostrare che gli ebrei erano trattati bene: vennero costruiti ambienti finti, finti caffè, finti locali, finte situazioni dove i bambini erano felici. Quando il film fu finito tutti quelli che vo avevano partecipato furono mandati ad Auschwitz e subito eliminati. Tutti tranne un danese che si salvò perché il Re di Danimarca aveva fatto un accordo con il governo tedesco: niente grano alla Germania se anche solo un ebreo danese fosse morto. Tra i parteciparti al film poi uccisi c’era il padre di Carola che aveva suonato il violino nella scena di una festa da ballo. Carola lo ha scoperto anni e anni dopo guardando il film.
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13.4 min
Una mattina bussarono alla porta e li portarono nel ghetto di Theresien. Carola anche se era estate, aveva indossato il cappotto perché non entrava nell’unica valigetta che era consentito portare. Theresien non le è sembrato così terribile, non c’erano SS ma solo altri ebrei. Si accorse subito che non era così confortante: era tutto in comune, il cibo, le docce e le latrine. I genitori vennero inviati alla baracca n.4 mentre Carola e il fratello andarono nella baracca dei bambini ma la sera potevano andare a trovarli. Si parlava inglese. Carola chiese di fare da assistente infermiera nel ghetto e vide i suoi primi morti: erano ebrei che arrivavano stremati e morivano appena scesi dal treno. Theresien, che si trovava vicino Praga, era un ghetto di transito per Auschwitz . Carola aveva 15 anni.
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10.3 min
Quando Carola ha finito le scuole elementari, il nazismo si cominciava a far sentire. Carola non potè più giocare con la sua amichetta, dovette frequentare la scuola ebraica, dovettero lasciare la casa elegante dove abitavano e andare in una casa di fronte al mercato, il padre perse il lavoro e andò a fare il consulente per la comunità ebraica e per le serate di musica dovettero cominciare a contarsi: non era consentito che più di dieci ebrei stessero insieme, non si potevano più prendere i mezzi pubblici. Dal 1941 si doveva portare la stella di David.
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17.8 min
Quella di Carola era una famiglia perfettamente assimilata, erano tedeschi, si sentivano tali, non avevano la minima idea di cosa fosse essere ebrei anche perché non erano religiosi. Il padre era avvocato e suonava il volino. In casa si facevano serate con un quartetto d’archi. Carola non aveva un buon rapporto con la madre e aveva trovato una sostituzione affettiva nella zia Phillys, inglese. Adorava il padre.
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