- raccontato da Tito Marazzi | 1949
- caricato da
Provincia di Roma - Per la memoria | 14/09/2012
La proprietà dei nonni era rimasta indivisa fra il padre e il fratello. Tito da ragazzo ha abitato nella cosa con i genitori e i nonni e la famiglia degli zii e i cugini. In estate poi arrivavano altri parenti per cui Tito, figlio unico, non si è mai sentito solo. Le donne di famiglia hanno sempre comandato su tutto. Ancora oggi va dalla madre novantenne a “prendere ordini”, così come gli dicono i figli. Anche la suocera non è mai stata da meno. Nel caso della nonna, non si è mai potuto parlare di liberazione perché è sempre stata libera di gestire la famiglia e tutto il resto della vita. Il padre, tornato dalla guerra, ha sposato la ragazza che prestava servizio dal fratello del nonno. Negli anni 50 erano arrivate a Tolfa molte donne marchigiane che hanno portato molti cambiamenti: lavoravano nell’agricoltura, cosa che le ragazze di Tolfa non facevano. Il padre amava suonare e suonava anche da militare nella banda; tanto importante la sua tromba che se l’è portata dalla campagna di Russia tornando a piedi e dopo l’8 settembre se l’è portata a casa. Nella banda comunale lui era l’unico ad essere proprietario del suo strumento musicale mentre gli altri strumenti erano del Comune. Ha suonato fino a settantadue anni. All’epoca si mangiava tutto quello che produceva la campagna. E tutto quello che si ricavava dal maiale. Si faceva il pane e Tito lo fa ancora oggi.
visualizzato 13264