- raccontato da Fiorentino Leone | 1923
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Provincia di Roma - Per la memoria | 26/08/2011
Leone è arrivato ad Auschwitz verso la metà di maggio del 1944. La prima selezione era subito scesi. Poi chi non andava direttamente alle camere a gas, dopo essere stati rasati, lavati e tatuati, si veniva immessi ai comandi di lavoro. Insieme al numero e alla divisa veniva consegnato un triangolo che per gli ebrei era giallo ma nel campo c’erano anche altre categorie, zingari, politici, criminali, omosessuali, ognuna divisa da reticolati. I politici erano quelli che riuscivano ad organizzarsi e a sopravvivere anche perché per loro, come per i russi, non c’erano le selezioni. Ma facevano lavori molto duri e la mortalità era comunque alta. I russi venivano spesso fucilati in massa sul bordo di fosse comuni che venivano riempite di legna e poi il fuoco. Leone è rimasto ad Auschwitz oltre sei mesi poi fu trasferito in un campo vicino Danzica dopo la rivolta del Sonder Kommando che fece saltare in aria il crematorio poco distante dalla zona dove il kommando di Leone lavorava. Furono trasferiti perché non ci fossero testimoni e fuga di notizie nel campo.
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