Essendo sbarcati gli alleati ad Anzio, si pensava che sarebbero arrivati presto a Roma e una missione alleata era già a Roma a predisporre l’insurrezione civile in appoggio per scacciare i tedeschi. Sasà era arrivato a Centocelle verso le tre e mezzo del pomeriggio e si sentì dire da Tonino Malvaso che stavano organizzando un comizio a Piazza dei Mirti: si trattava di parlare. Sasà non sapeva come fare ma d’altra parte i comizi all’epoca duravano pochi secondi perché arrivavano subito tedeschi e fascisti e la cosa finiva. Invece la gente si radunò, i tedeschi si nascosero e il comizio andò avanti. Missione successiva: attaccare la sede rionale fascista del Quarticciolo, a via dei Castani. Gli vengono incontro dei fascisti di cui uno in borghese che gli puntò una pistola contro. Ne nacque uno scontro, un fascista fu ferito, l’altro morì, la folla si disperse e Sasà tornò in centro a nascondersi a casa di Carla Capponi. Tornò a Centocelle la mattina dopo. La zona era liberata e da quel momento per una ventina di giorni i partigiani diventarono i padroni della borgata a cominciarono a circolare tra Prenestina e Casilina.
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