Vittorio Finauri
nato nel 1931
Roma
4 Racconti
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Ricordi di guerra
di/da Vittorio Finauri | caricato 4448 giorni fa
Nel 43 ci fu il primo bombardamento a Foligno che era un importante nodo ferroviario. Fino ad allora c’erano solo allarmi senza importanza e invece quel giorno le bombe caddero davvero e ci furono tanti morti. Vittorio fu colpito da una scheggia al piede. La sua casa fu occupata dai militari inglesi che purtroppo avevano lasciato di tutto; quel pomeriggio, nella legnaia Vittorio con altri ragazzini trovarono una bomba a mano. Vittorio si è salvato dall’esplosione perché quel momento decise di andare a fare merenda: gli altri sono morti tutti.
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Infanzia e universitÃ
di/da Vittorio Finauri | caricato 4447 giorni fa
Tutto sommato l’infanzia è stata abbastanza felice: come tutti i bambini era Balilla, il sabato andava alle adunate, gli piaceva come a tutti perché educati nel fascismo. Poi a15 anni è morta la madre in un incidente e questo fatto ha sconvolto tutta la famiglia. E’ successo nel 46, alla fine della guerra quando tutta la famiglia pensava di essere uscita indenne. Ha frequentato l’università la facoltà di ingegneria a Roma e contemporaneamente lavorava per rendersi autonomo dalla famiglia.
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Da bambini
di/da Vittorio Finauri | caricato 4447 giorni fa
Vittorio aveva un teatrino di marionette e al pomeriggio tirava fuori il teatrino, chiamava i figli dei contadini facendogli pagare come biglietto una fettina di pane. L’acqua si andava a prendere alla fontana. Si facevano le fascine in campagna, non c’era carbone, non c’era petrolio e d’inverno ci si scaldava con il braciere. Tempi duri.
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Al tempo della guerra
di/da Vittorio Finauri | caricato 4447 giorni fa
Era piccolo quando il padre lo portò nella piazza principale dove con gli altoparlanti si ascoltò Mussolini che dichiarava la guerra alla Francia. E da quel giorno tutta la guerra fu seguita in questo modo e tutti erano convinti che la guerra si sarebbe vinta. E poi venne la fame, il cibo da acquistare con la tessera dopo le file e il padre pesava dieci chili di meno perché non mangiava per dare il cibo ai figli. Si mangiava tanto minestrone ma con pochi fagioli che costavano tanto da chiamarli gioielli e poco olio. Poco grano e la domenica, raramente, si trovava un pollo e si faceva il brodo. In macelleria s trovavano solo le frattaglie e c’era sempre la fila pure per quelle.
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