Ganclaudio De Angelini racconta dei primi arrivi a padiglioni, mostra le fotodell’inaugurazione dove era presente Andreotti, e dei primi matrimoni del Villaggio Giuliano. Fa vedere il luogo dove c’era la fontana tonda sormontata da una capra, simbolo dell’Istria, in ferro battuto che ora si trova al Museo di Fiume. A via Bacci c’era la Casa della Bambina dove la madre di Gianclaudio aveva trovato lavoro come vice cuoca. L’edificio Giuseppe tosi che era la scuola elementare adesso è la sede dei vigili. Nella scuola anche gli insegnanti erano profughi che tolleravano gli svarioni dovuti al dialetto. Per andare a scuola a colle di mezzo si attraversava un grande spiazzo erboso dove si giocava a pallone, partite che duravano interi pomeriggi. Il pindul pandol, racconta Gianclaudio, è una invenzione linguistica propria del villaggio giuliano, visto che in Istria si chiamava pandolo. Tratto dal film documentario Vivere in esilio, per gentile concessione del Museo di Fiume - Roma
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