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Creato da Banca della Memoria - Regione Lazio il 20/01/2014
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Ai tempi della guerra Gianpaolo aveva cinque anni. Ad Anzio la sua famiglia ha vissuto tutte le difficoltà della guerra, dei bombardamenti. Ricorda soprattutto un bombardamento degli americani quando la farmacia venne colpita e morì il farmacista. Ricorda anche che dopo lo sbarco gli americani trasferirono i civili nelle retrovie. Al museo dello sbarco c'è una foto in cui c'è tutta la sua famiglia.
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Io non ho paura
di/da Rosina Di Cori | caricato 5413 giorni fa
Rosina aveva vent'anni ma non aveva mai avuto paura. Una notte dopo il lancio dei bengala si erano rifugiate in montagna. La famiglia produceva il vino e il pericolo era che i tedeschi rastrellassero la roba. E così avevano nascosto tutto nella grotta. Un giorno venne un ufficiale tedesco a parlare col padre perchè si era innamorato di Rosina e aveva detto che alla fine della guerra voleva portarla con se in Germania. Quel militare è morto alla sbarco di Anzio.
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Racconti
di/da Maddalena Mazzetta | caricato 5412 giorni fa
Maddalena è nata da genitori molto umili. In tempo di guerra c'era molta povertà  ma la mamma si arrangiava a cucire. Il padre da militare era stato operato allo stomaco e percepiva una pensione di guerra. Da ragazza, morta la madre, Maddalena andò in collegio dalle suore. Lì fece amicizia con una ragazza orfana del padre morto alle Fosse Ardeatine e con altre due ragazze che avevano perduto il padre nello sbarco di Anzio.
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Lo sbarco di Anzio
di/da Carlo Binarelli | caricato 4447 giorni fa
Da casa si vedeva il mare e quando è iniziato lo sbarco si vedevano il ampi delle cannonate. Gli americani erano molto attrezzati e ben riforniti di viveri. Tutti si aspettavano che in un paio di giorni sarebbero arrivati a Roma.
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Ritorno a casa
di/da Verniconi Maria Luisa | caricato 4912 giorni fa
Al ritorno a Nettuno la casa non c’era più e si è trattato di ricominciare tutto da capo. Maria Luisa non ha potuto più andare a scuola e questo è ancora un rimpianto. I giochi erano sempre gli stessi: a campana, a nascondino, alla corda, con le bambole di pezza. Non si potevano coltivare i campi perché erano pieni di mine. Anche giocare era pericoloso: molti bambini morirono per ordigni inesplosi. La famiglia di Maria Luisa andò ad abitare in una casa di fortuna che aveva il bagno fuori. Il padre aveva rimediato i letti nel vecchio ospedale ma bisognava prima bruciare le reti per eliminare le cimici. Su quelle reti furono buttati i materassi fatti di paglia. Maria Luisa che era una creativa, finì per andare a lavorare come sarta e modellista a Roma da Ida Ferri.
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La guerra intorno Nettuno
di/da Verniconi Maria Luisa | caricato 4839 giorni fa
Quando Maria Luisa aveva otto anni, il padre fu richiamato in guerra mentre la madre era incinta del quinto figlio. Quando cadevano le bombe, si rifugiavano nella galleria del treno. Il cibo era molto poco, non sempre c’era la legna per il fuoco. Con l’armistizio le cose peggiorarono perché cominciarono le rappresaglie dei tedeschi. La famiglia di Maria Luisa venne sfollata a cinque chilometri, vivevano in una stalla, la madre lavorava la vigna. Un giorno ci fu una retata, Maria Luisa si nascose ma andati via i tedeschi si accorse di essersi persa tra una vigna e l’altra.
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