- raccontato da Flaminia Martinelli | 1961
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Provincia di Roma - Per la memoria | 19/09/2012
L’attivismo politico era una forma di quotidianità e con un atteggiamento sempre critico rispetto alla situazione: a scuola si prendevano le cose che la scuola dava senza pensare che ci fosse niente di inutile anche perché molti ragazzi venivano da famiglie modeste e il liceo era il premio per essere bravi a scuola e potersi garantire un futuro privilegiato rispetto ai fratelli. Tutti i compagni di Flaminia, infatti, sono diventati professionisti. Ma si pretendeva anche che la scuola fosse di più, che ci fosse apertura al mondo esterno e dinamicità. Fare politica significava leggere testi alternativi a quelli proposti dalla scuola, significava frequentare le riunioni, organizzare e partecipare alle manifestazione, partecipare agli organi collegiali, partecipare alle elezioni dei rappresentanti degli studenti. C’erano anche i piccoli gruppi di autocoscienza femminista.
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