Il sequestro Moro

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  • raccontato da Flaminia Martinelli | 1961
  • caricato da Provincia di Roma - Per la memoria | 05/09/2012
Quella mattina Flaminia era a scuola e la notizia arrivò perché la madre di una compagna aveva un collega che abitava nella stessa via del rapimento. Arrivato in ufficio aveva raccontato e la madre era venuta al liceo a riprendere la figlia perché era scoppiata la paura. Aldo Moro era un uomo importantissimo e l’atto è sembrato subito una cosa grave, che potesse accadere qualcosa di definitivo, come una guerra civile. A Roma nei giorni successivi era come stare in uno stato di polizia, non c’era volta che si uscisse senza essere fermati e senza avere il controllo dei documenti. Un clima veramente brutto che poteva degenerare. A scuola poi, c’era un insegnante di educazione fisica che faceva parte di un gruppo di estrema sinistra; un giorno fu arrestato il leader del gruppo mentre guidava un furgoncino pieno di armi e il furgoncino era del professore che scomparì da scuola e il preside non sapeva se poteva o meno nominare un supplente. La sensazione era di un mondo che poteva crollare da un momento all’altro.
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