Si domanda lo psichiatra Annibale Crosignani se l'esperienza accumulata in anni di battaglie, di lotte condotte nell'interesse dei malati e della psichiatria possa avere interesse ancora oggi. Le esperienze narrate da Crosignani devono servire a evidenziare più nettamente proprio oggi alcuni aspetti critici dell'assistenza psichiatrica. Uno di questi aspetti è in relazione alla gestione privatistica delle comunità che richiede che esse debbano ricercare il profitto e di conseguenza il malato diventa oggetto economico con tutti i rischi legati ad una simile concezione. Altro elemento critico è la mancata conoscenza da parte degli psichiatri delle realtà delle comunità terapeutiche, delle case famiglia e delle altre struttura che non vengono da loro visitate e tantomeno frequentate, limitando la loro attività a quella istituzionale e un po’ burocratica dell’ambulatorio. Si è venuta a creare, attraverso l'instaurazione della psichiatria libera, una "riserva indiana" di malati più o meno istituzionalizzati, o meglio diversamente istituzionalizzati rispetto al passato, ma fatto ancor più negativo rispetto alla vecchia realtà del manicomio, senza alcun controllo clinico. Annibale Crosignani sottolinea come uno dei principali problemi dell'assistenza psichiatrica odierna sia l'assenza di comunicazione tra il medico e le famiglie degli ammalati. Proprio questo fatto, moderna prassi della psichiatria italiana, rappresenta in definitiva il fallimento dello spirito originale della riforma dei manicomi. È un giudizio amaro ma purtroppo sostenuto da innumerevoli episodi di disagio, anche gravi, che si sono manifestati agli occhi di tutti. Che cosa dunque ci serberà il futuro? Naturalmente non è possibile prevederlo tuttavia è giusto sperare magari nella comparsa di nuovi personaggi, come quelli che hanno popolato il racconto di tanti anni di psichiatria italiana, con la forza dei Franco Basaglia, Piera Piatti, Lia Varesio, dell'assessore Tommasini e tanti altri, che hanno saputo dare tanto di loro per migliorare la condizione dei "matti" o come dice Crosignani "hanno fatto l'impossibile per aiutare questi ammalati".
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